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LA FANTASIA PROIBITA DI ILARIA - parte II

IlariettaBG

TMF Regular
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Nov 8, 2013
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Ilaria si sentiva il cuore in gola che batteva all'impazzata pulsandole nelle vene, in una sensazione mista di eccitazione e panico, di chi sa che ormai è troppo tardi per tornare indietro. Il silenzio di quel momento era quasi irreale e poteva sentire solo il turbine dei suoi pensieri che la confondevano e la seducevano. Ed eccole lì una di fronte all'altra, le due ragazze, la sottomessa e la padrona che si guardavano negli occhi in silenzio. Una con lo sguardo basso di docile ubbidienza, l'altra a testa alta con lo sguardo fiero ed un sorriso sicuro di chi sa di essere al comando.
Ilaria non conosceva nemmeno il vero nome della ragazza che stava per diventare la sua padrona, per quella sera o forse per molto più tempo, sapeva solo che amava farsi chiamare Lady Tickler.
La guardava, e più la guardava più si rendeva conto di quanto fosse affascinante ed attraente, con i lunghissimi capelli mori che le arrivavano fino ai fianchi, e gli occhi di un azzurro chiarissimo che rendeva il suo sguardo quasi glaciale. Indossava un top nero strettissimo, forse di una misura troppo piccola per il suo senso generoso, ed una gonna color rosa pastello, abbastanza aderente, lunga fino alle caviglie. Ilaria non poteva che ammirarla, e contemplare la sua bellezza ed eleganza. E non riusciva a non fissare in basso, dove da sotto la gonna lunga da sfiorare quasi il pavimento, sbucava appena la punta dei suo piedi scalzi, con le dita affusolate e le unghie smaltate di nero ed un piccolo anello d'oro sul quarto dito del piede sinistro. Aveva sempre avuto un debole per i piedi delle ragazze scalze, e quelli che aveva di fronte in quel momento erano i più belli, o tra i più belli, che avesse mai visto in vita sua. Ilaria era ammaliata e stregata da quella visione.
«In ginocchio» disse Lady Tickler rompendo bruscamente il silenzio, riportando Ilaria alla realtà e facendola quasi rabbrividire. La padrona con un tono di voce calmo ma deciso, di chi è abituato a dare ordini e farsi obbedire. Ilaria eseguì immediatamente il comando e le si inginocchiò di fronte, sedendosi sui propri talloni, mani appoggiate sulle ginocchia e sguardo fisso verso il basso.
Ormai Ilaria si sentiva completamente sottomessa, e il silenzio di quella situazione ormai era sempre più assordante.
Da quella posizione, a terra con lo sguardo basso, poteva ammirare ancora da più vicino i piedi scalzi della sua giovane padrona. Quei piedini così belli ed invitanti, curati e desiderabili, praticamente perfetti, erano dritti di fronte a lei, praticamente a pochi centimetri dal suo viso, ed Ilaria non desiderava altro che fiondarvisi, avrebbe potuto allungare una mano e sfiorarli dolcemente, o meglio ancora chinarsi su di loro e ricoprirli di baci, e magari ripassare con la lingua il perimetro di quelle dita perfette, leccandole e rosicchiandole avidamente.
Ma anche se lo desiderava con tutte le sue forze, Ilaria sapeva che non ne aveva il permesso... non aveva il permesso di fare nulla che non le fosse stato comandato dalla sua padrona e si sforzo di rimanere ferma immobile, mentre il desiderio cresceva sempre di più dentro di lei.
Forse anche a voi è capitato qualche volta di avere a portata di mano l'oggetto del vostro desiderio, qualcosa che desiderate ardentemente da molto ma molto tempo, e magari la vostra voce interiore vi suggerisce di cogliere l'occasione, che forse è un'occasione troppo ghiotta, da non lasciarsi scappare perché potrebbe non ripresentarsi più. Ma sapete che quello che volete non vi è concesso. Ed allora rimanete come paralizzati dal dilemma, non sapendo cosa fare e come comportarvi, con il desiderio che cresce sempre di più dentro di voi. E più rimandate e più il desiderio cresce e vi sentite eccitati in un vortice di sensazioni che vi travolge.
Se anche a voi è capitato di vivere una esperienza come questa, allora potete ben comprendere come si sentiva Ilaria in quel momento, con l'oggetto del suo desiderio vicinissimo a lei, ma senza il coraggio di andarselo a prendere. Poteva solo fantasticare, e più fantasticava e più si sentiva frustrata e impotente, ma al tempo stesso questa frustrazione contribuiva a farla sentire sempre più eccitata. Si rendeva conto che quello che stava provando era incredibilmente molto più eccitante di come se lo era immaginato nelle sue fantasie, e sapeva che era solo all'inizio. Sentiva il calore farsi sempre più intenso tra le sue gambe e capiva che aveva iniziando a bagnarsi, anzi era bagnatissima.
Lady Tickler prese a muoversi lentamente, a passo lento ma deciso. Non mostrava la minima incertezza e Ilaria si chiedeva quante volte avesse già ripetuto quella scena, e con quante altre sottomesse prima di lei. Ilaria si scoprì incredibilmente ad essere gelosa di quel pensiero, ma non riusci ad alzare lo sguardo.
Mentre la padrona le girava attorno Ilaria manteneva lo sguardo a terra, osservando avidamente quei piedi aggraziati che sembravano galleggiare nell'aria, mentre la gonna morbida le accarezzava le caviglie ad ogni passo, ora nascondendo ora scoprendo quei piedi scalzi. La ragazza era leggera e raffinata nel camminare, con quel portamento quasi principesco, appoggiandosi a terra non faceva il minimo rumore tanto era delicata.
Fece un giro completo attorno ad Ilaria e si fermo esattamente alle sue spalle. Ilaria ora non la poteva vedere, ma sentiva la sua presenza dietro di sé, sentiva quegli occhi di ghiaccio puntati su di lei, che le trafiggevano la schiena come punture di spilli. Il silenzio dell'attesa era disarmante.
«Mani dietro la schiena» le comandò allora la padrona. La fierezza della sua voce non tradiva la minima emozione ed Ilaria ubbidì immediatamente: raddrizzò sulla schiena come a portarsi sull'attenti, e portò le braccia dietro di sé, incrociando i polsi all'altezza dei fianchi.
Poi una sensazione come di freddo ghiacciato attorno ai suoi polsi, mentre la padrona le immobilizzava le mani in quella posizione un paio di manette di metallo. Click...click...click... il suono del metallo risuonava per la stanza e tanto ero sufficiente ad aumentare ulteriormente l'eccitazione di Ilaria. Le manette si chiudevano lentamente attorno ai suoi polsi, molto lentamente, click...click....click... uno scatto dietro l'altro fino alla chiusura completa.
Ormai Ilaria sapeva di non poter più tornare indietro, quella sottomissione che fino a quel momento era stata solo psicologica ora era diventata fisica e terribilmente reale.
Era diventata una sottomessa.. non avrebbe più potuto fare niente per liberarsi e tornare indietro, e la sua padrona avrebbe potuto fare di lei quello che avrebbe voluto, per tutto il tempo che avrebbe voluto. A questo pensiero Ilaria si eccitava sempre di più, ma ancora non sapeva che cosa l'aspettava veramente.
 
Altra scena del racconto di solletico senza solletico! :D

E chi ha detto deve essere solletico al 100%
Io sono appassionata anche di bondage, foot fetish, esibizionismo ecc ecc..cmq guarda che il solletico arriva nel terzo capitolo che sto scrivendo stasera! Fino a qui era più o meno l'introduzione.
 
Mi piace molto come hai saputo descrivere una situazione.
Vive solo di sensazioni, di descrizioni, senza bisogno che succeda molto, ma sa comunque intrigare.
Brava!
:cool:
 
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