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[ITA/ENG] Muten vs. Caulifla - a problem of tail (M/F)

User04

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Apr 18, 2016
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Storia scritta con ChatGPT/Story written with ChatGPT

Un problema di coda/A problem of tail

Caulifla osservava il vecchio di fronte a lei con un misto di disgusto e incredulità. "Tu saresti il famoso Genio delle Tartarughe?" ridacchiò, incrociando le braccia sul petto. "Non puoi essere serio."

Il maestro Muten la fissava, il volto calmo e sereno, nascosto in parte dai suoi occhiali scuri. "Non dovresti giudicare un libro dalla copertina, ragazza. Ho più esperienza di quanto immagini."

Caulifla sbuffò, già stanca di ascoltare. "Ah, ma tu sei solo un vecchio! Sono una Saiyan, capito? Non hai alcuna possibilità contro di me!" Senza aspettare una risposta, si lanciò verso di lui, veloce come un fulmine, convinta che avrebbe potuto finirlo con un solo colpo.

Ma il Genio delle Tartarughe si mosse con una velocità sorprendente, scartando agilmente il suo attacco e spostandosi di lato. "Non così in fretta," disse con un sorriso.

Caulifla si fermò di colpo, girandosi a fissarlo, incredula. "Ma come…?" Si lanciò di nuovo contro di lui, questa volta con maggiore forza e determinazione, ma ogni suo attacco veniva schivato o bloccato con una facilità che iniziava a farla innervosire.

"Sei più lenta di quanto mi aspettassi," osservò Muten, mantenendo la calma nonostante l'intensità dell'incontro. "I Saiyan non sono invincibili, lo sai?"

"Sta' zitto!" gridò Caulifla, furiosa. Decise di aumentare il ritmo, caricando un'onda di energia nella mano e scagliandola contro il vecchio. Ma ancora una volta, Muten schivò con eleganza, scivolando via come se avesse previsto ogni sua mossa.

Il sorriso sornione del maestro iniziava a darle sui nervi. Caulifla atterrò a terra, fissandolo con occhi pieni di odio. "Basta giocare! Adesso ti faccio vedere cosa può fare una Saiyan!" gridò, preparandosi a lanciarsi in un nuovo attacco.

Ma prima che potesse muoversi, sentì una presa forte e improvvisa sulla sua coda. Il suo corpo si paralizzò immediatamente, un’ondata di debolezza la colpì come un fulmine. Caulifla sgranò gli occhi, incredula, mentre l'energia abbandonava il suo corpo.

"Che… cosa stai facendo?!" riuscì a dire con voce tremante.

Muten, con la sua presa ben salda sulla coda della ragazza, sorrideva con calma. "Sai, conosco abbastanza bene i Saiyan. E so che la vostra coda è il vostro punto debole."

Caulifla cercava disperatamente di liberarsi dalla presa del vecchio, ma era come se il suo corpo non rispondesse più ai comandi. Ogni volta che tentava di muovere un braccio o una gamba, la debolezza si faceva sentire più forte, quasi paralizzandola.

“Lasciami andare!” gridò con rabbia, cercando di scuotere la coda, ma Muten la teneva salda, con una presa ferma e inaspettatamente forte per un uomo della sua età.

“Oh, ma siamo sicuri che sia una buona idea?” disse lui, con quel solito tono tranquillo, inclinando leggermente la testa mentre osservava la giovane Saiyan contorcersi inutilmente. Poi, senza alcun preavviso, Muten iniziò a punzecchiare la coda di Caulifla con un dito, provocandole una sensazione strana, un misto di fastidio e debolezza che le fece sgranare gli occhi.

“Ah! Che diavolo fai?!” gridò Caulifla, cercando ancora di muoversi, ma ogni volta che il vecchio la toccava in quel punto, la forza sembrava abbandonarla ancora di più.

“Interessante…” mormorò Muten, continuando a punzecchiare la coda con calma. “Sembrerebbe che la tua coda sia molto sensibile. È davvero un peccato per un guerriero così forte avere un punto debole così evidente, non credi?”

“Non… osare!” ansimò Caulifla, mentre la frustrazione cresceva dentro di lei. Il suo orgoglio Saiyan era ferito. Come poteva, lei, una guerriera nata, essere messa in difficoltà da un vecchio umano, solo perché le aveva preso la coda?

Muten, osservando la reazione di Caulifla, si incuriosì ulteriormente. Senza fretta, iniziò a testare diversi punti lungo la coda, cercando di capire meglio la sua sensibilità. Passò delicatamente il dito lungo tutta la lunghezza, finché non raggiunse la parte inferiore della coda.

Caulifla, che stava cercando disperatamente di mantenere il suo sguardo feroce e concentrato, sentì un brivido attraversarle il corpo. Un suono sfuggì involontariamente dalle sue labbra: una risatina, leggera ma evidente.

Muten si fermò per un momento, sollevando un sopracciglio divertito. “Interessante…” disse, e poi fece scivolare nuovamente il dito sotto la coda, stimolando quella stessa area.

Caulifla trattenne il fiato, stringendo i denti per evitare di ridere, ma un’altra risatina sfuggì nonostante i suoi sforzi. “Smettila!” gridò con voce tremante, cercando disperatamente di mascherare il suo imbarazzo. Sentiva le guance scaldarsi di rabbia, o forse di vergogna, mentre cercava di dimostrarsi forte.

Muten sorrise, chiaramente divertito dalla situazione. “Non mi aspettavo che una guerriera Saiyan fosse così sensibile…” disse, continuando a punzecchiare quella zona sotto la coda, provocando altre piccole risatine che Caulifla non riusciva a controllare, nonostante la sua evidente irritazione.

“Ti giuro… che quando finirò… con te…” tentò di minacciare Caulifla tra una risatina e l’altra, ma la sua voce tremava troppo per suonare davvero minacciosa. Nonostante i suoi sforzi per sembrare feroce, il vecchio stava chiaramente giocando con lei, e questo la faceva impazzire ancora di più.

Muten, notando la crescente difficoltà di Caulifla a trattenere le risatine, decise di spingersi oltre. Con calma, iniziò a grattare leggermente proprio quel punto sotto la coda, sapendo ormai di aver trovato un’area particolarmente sensibile.

Caulifla, che fino a quel momento era riuscita a mantenere almeno un minimo di controllo, sentì un’ondata improvvisa di solletico attraversarle il corpo. "No... smettila!" cercò di gridare, ma la sua voce era soffocata da una risata che, questa volta, non riuscì a trattenere.

In pochi secondi, scoppiò a ridere, una risata incontrollabile e imbarazzata. "Ahahaha! Basta! Ti prego... ahaha!" urlava, contorcendosi nel tentativo di allontanarsi, ma la presa di Muten sulla sua coda la rendeva impotente. Ogni volta che lui grattava quel punto, una nuova ondata di risate la colpiva, facendola tremare e dimenare.

Muten rideva sotto i baffi. "Sembra che tu non sia così pericolosa come pensavi, eh?" continuò a dire, grattando con precisione, osservando con interesse la sua reazione. "Forse dovresti allenarti anche a resistere al solletico, oltre che a potenziare la tua forza."

Caulifla tentava disperatamente di parlare tra le risate, ma il suo corpo si rifiutava di rispondere. "Basta! Ahahaha... ti... ti giuro... ahahaha!" riusciva a dire tra una risata e l’altra, mentre la frustrazione cresceva sempre di più dentro di lei.

Ma in quel momento, era completamente sopraffatta. Non riusciva più a concentrarsi sulla lotta, non poteva fare altro che ridere, cercando inutilmente di liberarsi dalla presa del vecchio maestro.

Muten, soddisfatto del risultato, decise di portare il tutto a un livello successivo. Con un gesto rapido, sollevò Caulifla, che ancora si contorceva e ridacchiava senza riuscire a riprendersi completamente, e la portò verso la sua casa. Nonostante le proteste e gli insulti che la Saiyan riusciva a lanciare tra una risata e l’altra, non aveva la forza per contrastarlo.

Una volta all’interno, Muten la legò a una sedia robusta e posizionò la sua coda in una morsa, fissandola saldamente in modo che rimanesse tesa e immobile. Caulifla sentì subito un’ondata di debolezza ancora più intensa, con la sua coda bloccata e senza possibilità di liberarsi. “Lasciami andare, vecchio! Sei… sei solo un codardo!” riuscì a dire, cercando di mascherare la paura e l’imbarazzo con rabbia.

Il Genio delle Tartarughe sorrise, ignorando le sue parole. “Non è una questione di codardia, ragazza. Si tratta di capire i punti deboli e sfruttarli nel modo giusto.” Prese un metronomo e lo posizionò proprio sotto la coda tesa di Caulifla. Poi, con estrema precisione, attaccò una piuma al braccio del metronomo, facendola oscillare avanti e indietro, sfiorando la parte inferiore della coda a ogni passaggio.

Quando la piuma toccò la sua coda per la prima volta, Caulifla sussultò, il solletico immediato e improvviso la colpì come una scossa. “No… non…!” tentò di protestare, ma prima che potesse finire, la piuma la colpì di nuovo, e poi ancora, seguendo il ritmo incessante del metronomo. Ogni sfioramento le provocava una risata incontrollabile.

“Ahahaha! Smettila! Ahaha… ti… ti distruggerò quando… ahaha!” gridò, ma non riusciva a finire una frase senza essere interrotta da un’altra ondata di risate.

Muten, con un sorriso sereno, si sedette vicino, osservando il metronomo fare il suo lavoro. “Forse dopo questa lezione, capirai che sottovalutare un avversario è sempre un errore,” disse con tono calmo. “Nel frattempo, però, credo che dovrai abituarti a un po’ di… allenamento alternativo.”

Muten lasciò Caulifla nella stanza con il metronomo che continuava a oscillare, la piuma che sfiorava costantemente la sua coda. Le ore passarono lentamente per la giovane Saiyan, che non smetteva di ridere, sebbene le risate fossero diventate più deboli e affannate. Il continuo solletico stava diventando insopportabile, e il suo corpo, completamente indebolito, la rendeva incapace di reagire.

Ad un certo punto, Caulifla si rese conto che aveva un problema ben più urgente del solletico: sentiva il bisogno crescente di andare in bagno. Con il passare delle ore, l’esigenza diventava sempre più pressante, ma non poteva muoversi, non poteva liberarsi dalla morsa che le bloccava la coda. La frustrazione si mischiava al disagio, e ogni risata forzata aumentava il suo imbarazzo.

Quando Muten tornò a casa, la trovò chiaramente in difficoltà. Caulifla, pur continuando a ridere, aveva il viso arrossato e un’espressione di disperazione negli occhi. "Ahahaha… basta! Per favore… basta… devo… ahahaha!" cercò di spiegare tra le risate, ma la sua richiesta si perdeva nel ritmo implacabile della piuma.

Il maestro Muten si avvicinò, osservando la scena con il solito sguardo sereno. "Oh, vedo che sei ancora qui," disse con un tono quasi bonario. "Sembra che tu stia iniziando a capire il valore della pazienza."

Caulifla lo fissò con occhi imploranti, ormai troppo debole per urlare come prima. "Ti… prego… devo andare… ahaha!" riuscì a dire, la sua voce ormai più sommessa, ma l’urgenza era chiara.

Muten fece finta di non ascoltare per un momento, osservando il metronomo con un piccolo sorriso divertito. "Sai, forse dovremmo accelerare un po' il ritmo, così impari meglio la lezione." Girò il quadrante del metronomo, facendolo andare più veloce, e la piuma iniziò a colpire la coda di Caulifla con una frequenza maggiore.

Caulifla esplose in una nuova ondata di risate incontrollabili, ma questa volta, oltre al solletico, il bisogno di andare in bagno si fece ancora più pressante. "No… per favore! Ahahaha! Non ce la faccio più!" gridò, il suo corpo contorcersi mentre cercava disperatamente di mantenere il controllo, ma la sua situazione peggiorava ogni secondo che passava.

Muten la guardò con calma, come se stesse riflettendo sul da farsi, ma non sembrava intenzionato a liberarla tanto presto. "Pazienza, ragazza. La pazienza è una virtù."

Muten, osservando Caulifla ormai esausta e disperata, decise che era il momento di intensificare la lezione. Non aveva ancora finito di insegnarle l’importanza del rispetto e della disciplina. Con calma e senza fretta, si avvicinò a lei e, senza dire una parola, le afferrò le braccia.

Caulifla tentò debolmente di resistere, ma con la coda bloccata e il corpo indebolito dal solletico, non aveva più forze sufficienti. "Che stai facendo...?" ansimò, cercando di riprendere fiato tra le risate che ancora non riusciva a fermare.

Muten, con la solita tranquillità, sollevò le sue braccia sopra la testa e le legò a un gancio sospeso al soffitto. Ora, Caulifla era completamente immobilizzata: le braccia tese sopra di sé, la coda ancora bloccata nella morsa e il metronomo che continuava a sfiorarle la coda con la piuma, facendo vibrare il suo corpo di risate involontarie.

"Adesso," disse Muten con calma, sistemando bene i nodi attorno ai suoi polsi, "vediamo quanto sei veramente forte. Essere un guerriero non significa solo avere forza fisica, ma anche saper resistere alle difficoltà, anche quelle più... inaspettate."

Caulifla cercava di dimenarsi, ma ogni movimento faceva solo oscillare il suo corpo, e la piuma colpiva la sua coda ancora più velocemente. "Basta… ahaha… lasciami andare! Ti prego… ahaha!" gridava, la sua voce disperata e rotta dal solletico e dall’urgenza sempre più pressante di andare in bagno.

Muten la osservava, senza mostrare segni di compassione. "Forse dopo questa lezione, imparerai a non sottovalutare i tuoi avversari. E forse imparerai anche un po’ di umiltà." Dopodiché, si allontanò di nuovo, lasciando Caulifla legata e alla mercé del metronomo, il ritmo delle sue risate e della sua disperazione che riempiva la stanza.

Quando Muten tornò dopo mezz’ora, trovò Caulifla in una condizione critica. La giovane Saiyan, con le gambe incrociate, tremava visibilmente, cercando disperatamente di mantenere il controllo. Il suo viso era arrossato per lo sforzo di trattenersi, le risate forzate continuavano, ma ora c’era un altro tipo di tensione che la dominava: era al limite, sull’orlo di cedere al bisogno fisico che la tormentava.

Muten si avvicinò con calma, osservando la scena con attenzione. “Oh, sembra che tu stia davvero imparando qualcosa oggi,” disse con il solito tono tranquillo e controllato. Caulifla lo fissava con occhi pieni di frustrazione, senza riuscire a nascondere il suo disagio. “Per favore… basta…” ansimò, ma il vecchio maestro non sembrava intenzionato ad ascoltarla.

Senza dire altro, Muten si chinò di nuovo sul metronomo e lo accelerò ulteriormente. La piuma iniziò a muoversi più velocemente, sfiorando la coda tesa di Caulifla a un ritmo tale che le risate diventarono ancora più incontrollabili. “Ahahaha! No! Ti prego! Ahahaha!” urlava, ormai incapace di trattenere la risata mentre il suo corpo tremava di fatica e disperazione.

Muten la osservò con uno sguardo attento. Con le braccia alzate e legate al gancio, la ragazza non solo era completamente vulnerabile, ma non poteva neanche coprire o difendere le sue zone più sensibili. Avvicinandosi ulteriormente, il vecchio notò che, con le ascelle e i fianchi completamente esposti, Caulifla era in una posizione di estrema debolezza.

“Vediamo come te la cavi con questo…” disse, con un sorriso appena accennato, e iniziò a punzecchiare leggermente i suoi fianchi e le ascelle con le dita. Caulifla sussultò immediatamente, cercando di muovere il corpo per scappare dal contatto, ma con la coda bloccata e le braccia legate, non aveva alcuna possibilità di difendersi. Le risate esplosero di nuovo, più forti e disperate.

“Ahahaha! Nooo! Ahahaha! Basta! Ahahaha!” gridava, mentre ogni nuovo tocco intensificava il solletico e la faceva ridere ancora più forte, ormai senza fiato. Con le gambe incrociate, cercava disperatamente di trattenersi, ma tra il bisogno crescente di andare in bagno e il solletico incessante, era ormai sull’orlo di cedere completamente.

Muten, osservando attentamente le reazioni di Caulifla, decise di portare il solletico al suo punto più debole: la pancia. Con movimenti rapidi e precisi, iniziò a solleticarle i fianchi, facendo scivolare le dita lungo il suo addome già teso dalla fatica e dalla tensione.

Caulifla esplose immediatamente in una nuova ondata di risate incontrollabili. “Ahahaha! Ti prego… ahahaha! Fermati!” gridava, ma ormai il suo corpo non rispondeva più. Ogni risata la indeboliva sempre di più, e il suo bisogno fisico raggiunse il punto di non ritorno. Tra le risate, sentì la pressione finalmente cedere: era impossibile trattenersi oltre.

Il suo viso, già arrossato per il solletico, si fece ancora più acceso di vergogna. Sentì il calore invaderle il corpo, ma non poteva fermare né le risate né l’imbarazzo. “Ahahaha… basta! Per favore!” gridò, ma ormai sapeva che la situazione era completamente fuori dal suo controllo.

Muten, continuando a solleticare la sua pancia con precisione, osservava con attenzione. Vedeva nei suoi occhi il momento in cui Caulifla capì la lezione. Le risate la stordivano, ma la realizzazione la colpì come un fulmine: non si trattava solo di forza fisica. Aveva sottovalutato il vecchio, ignorato le sue debolezze, e adesso ne stava pagando il prezzo.

Tra le risate e la vergogna, comprese finalmente cosa Muten stava cercando di insegnarle. “Mai sottovalutare le proprie debolezze…” pensò Caulifla, esausta e ormai arresa. Capì che ogni guerriero, anche il più forte, ha dei punti deboli, e ignorarli o nasconderli può portare a conseguenze disastrose.

Muten, vedendo la sua resa, smise lentamente di solleticarla. Si fermò e si avvicinò con calma, rilasciando la morsa che bloccava la coda della Saiyan. “Hai imparato la lezione, finalmente,” disse con un sorriso appena percettibile, sciogliendole anche i polsi dal gancio. “La forza non è nulla se non conosci i tuoi limiti.”

Caulifla, ancora scossa e ridendo debolmente, non aveva più la forza di rispondere. La lezione, per quanto dura e umiliante, era stata appresa.

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Caulifla looked at the old man in front of her with a mix of disgust and disbelief. "You would be the famous Turtle Genius?" she scoffed, crossing her arms over her chest. "You can't be serious."

Master Roshi stared back at her, his face calm and serene, partially hidden behind his dark glasses. "You shouldn't judge a book by its cover, girl. I have more experience than you imagine."

Caulifla huffed, already tired of listening. "Ah, but you're just an old man! I'm a Saiyan, got it? You have no chance against me!" Without waiting for a reply, she lunged at him, fast as lightning, convinced she could finish him off with a single blow.

But the Turtle Genius moved with surprising speed, deftly dodging her attack and stepping aside. "Not so fast," he said with a smile.

Caulifla suddenly stopped, turning to glare at him, incredulous. "But how...?" She launched herself at him again, this time with more strength and determination, but every attack was either dodged or blocked with a ease that began to annoy her.

"You're slower than I expected," observed Roshi, maintaining his composure despite the intensity of the encounter. "Saiyans are not invincible, you know?"

"Shut up!" yelled Caulifla, furious. She decided to pick up the pace, charging an energy wave in her hand and hurling it at the old man. But once again, Roshi elegantly dodged, slipping away as if he had predicted every one of her moves.

The sly smile of the master was starting to get on her nerves. Caulifla landed on the ground, staring at him with eyes full of hatred. "Stop playing! Now I'll show you what a Saiyan can do!" she shouted, preparing to launch into a new attack.

But before she could move, she felt a strong and sudden grip on her tail. Her body immediately froze, an overwhelming wave of weakness struck her like lightning. Caulifla's eyes widened in disbelief as the energy drained from her body.

"What... what are you doing?!" she managed to say in a trembling voice.

Roshi, with his grip firmly on the girl's tail, smiled calmly. "You know, I know Saiyans pretty well. And I know that your tail is your weak spot."

Caulifla desperately tried to break free from the old man's grip, but it was as if her body no longer responded to her commands. Every time she attempted to move an arm or a leg, the weakness felt stronger, almost paralyzing her.

"Let me go!" she screamed angrily, trying to shake her tail, but Roshi held it firmly, with a surprisingly strong grip for a man of his age.

"Oh, but are we sure that's a good idea?" he said in his usual calm tone, tilting his head slightly as he watched the young Saiyan squirm uselessly. Then, without any warning, Roshi began to poke Caulifla's tail with a finger, causing her to feel a strange sensation, a mix of annoyance and weakness that made her eyes widen.

"Ah! What the hell are you doing?!" yelled Caulifla, still trying to move, but each time the old man touched that spot, her strength seemed to abandon her even more.

"Interesting..." murmured Roshi, continuing to poke the tail calmly. "It seems that your tail is very sensitive. It's really a shame for such a strong warrior to have such an obvious weak point, don't you think?"

"Don't... you dare!" gasped Caulifla, as frustration welled up inside her. Her Saiyan pride was wounded. How could she, a born warrior, be put in a difficult position by an old human, just because he had grabbed her tail?

Roshi, observing Caulifla's reaction, grew even more curious. Taking his time, he began to test different spots along the tail, trying to understand its sensitivity better. He gently ran his finger along its entire length until he reached the underside of the tail.

Caulifla, desperately trying to maintain her fierce and focused gaze, felt a shiver run through her body. A sound involuntarily escaped her lips: a giggle, light but evident.

Roshi paused for a moment, raising an amused eyebrow. "Interesting..." he said, and then slid his finger back under the tail, stimulating that same area.

Caulifla held her breath, gritting her teeth to avoid laughing, but another giggle escaped despite her efforts. "Stop it!" she shouted in a trembling voice, desperately trying to mask her embarrassment. She felt her cheeks heat up with anger, or maybe shame, as she tried to appear strong.

Roshi smiled, clearly entertained by the situation. "I didn't expect a Saiyan warrior to be so sensitive..." he said, continuing to poke that area under the tail, provoking more little giggles that Caulifla couldn't control, despite her obvious irritation.

"I swear... when I’m done... with you..." she tried to threaten between giggles, but her voice trembled too much to sound truly threatening. Despite her efforts to seem fierce, the old man was clearly toying with her, and this made her even more furious.

Roshi, noticing Caulifla's growing difficulty in holding back her giggles, decided to push further. Calmly, he began to lightly scratch that spot under the tail, knowing he had found a particularly sensitive area.

Caulifla, who until that moment had managed to maintain at least a modicum of control, felt a sudden wave of ticklishness sweep through her body. "No... stop!" she tried to shout, but her voice was choked by laughter that this time she couldn’t hold back.

In a matter of seconds, she burst into laughter, uncontrollable and embarrassed. "Ahahaha! Stop it! Please... ahaha!" she screamed, writhing in an attempt to escape, but Roshi's grip on her tail left her powerless. Every time he scratched that spot, a new wave of laughter hit her, making her tremble and squirm.

Roshi chuckled under his breath. "It seems you're not as dangerous as you thought, huh?" he continued, scratching with precision, watching her reaction with interest. "Maybe you should train to resist tickling, as well as to strengthen your power."

Caulifla desperately tried to speak between laughs, but her body refused to respond. "Stop! Ahahaha... I... I swear... ahahaha!" she managed to say between giggles, as frustration grew within her.

But at that moment, she was completely overwhelmed. She could no longer focus on the fight; she could do nothing but laugh, desperately trying to break free from the old master’s hold.

Roshi, satisfied with the result, decided to take things to the next level. With a swift motion, he lifted Caulifla, who was still writhing and giggling without being able to fully recover, and carried her toward his home. Despite the protests and insults that the Saiyan managed to throw between laughter, she lacked the strength to resist him.

Once inside, Roshi tied her to a sturdy chair and positioned her tail in a clamp, securing it tightly so it remained stretched and immobile. Caulifla immediately felt an even more intense wave of weakness, with her tail trapped and unable to free herself. "Let me go, old man! You’re... you’re just a coward!" she managed to say, trying to mask her fear and embarrassment with anger.

The Turtle Genius smiled, ignoring her words. "It's not a matter of cowardice, girl. It's about understanding weak points and exploiting them the right way." He took a metronome and positioned it right under Caulifla's stretched tail. Then, with extreme precision, he attached a feather to the arm of the metronome, making it swing back and forth, brushing against the underside of the tail with every pass.

When the feather touched her tail for the first time, Caulifla flinched, the immediate and sudden tickle hitting her like a jolt. "No... not...!" she tried to protest, but before she could finish, the feather hit her again, and then again, following the relentless rhythm of the metronome. Each brush provoked uncontrollable laughter.

"Ahahaha! Stop! Ahaha... I... I will destroy you when... ahaha!" she shouted, but she couldn’t finish a sentence without being interrupted by another wave of laughter.

Roshi, with a serene smile, sat nearby, watching the metronome do its work. "Maybe after this lesson, you'll understand that underestimating an opponent is always a mistake," he said calmly. "In the meantime, however, I think you’ll have to get used to a bit of... alternative training."

Roshi left Caulifla in the room with the metronome still swinging, the feather constantly brushing against her tail. Hours passed slowly for the young Saiyan, who couldn’t stop laughing, although her laughter had become weaker and more labored. The continuous tickling was becoming unbearable, and her completely weakened body rendered her unable to react.

At one point, Caulifla realized she had a problem far more urgent than the tickling: she felt a growing need to go to the bathroom. As the hours passed, the need became increasingly pressing, but she couldn’t move, she couldn’t free herself from the clamp holding her tail. Frustration mixed with discomfort, and each forced laugh heightened her embarrassment.

When Roshi returned home, he found her clearly in distress. Caulifla, still laughing, had a red face and a look of desperation in her eyes. "Ahahaha… stop! Please… stop… I need to... ahahaha!" she tried to explain between laughs.

Muten pretended not to listen for a moment, observing the metronome with a small amused smile. "You know, maybe we should speed up the pace a bit so you can learn the lesson better." He turned the metronome’s dial, making it go faster, and the feather began to hit Caulifla's tail with greater frequency.

Caulifla erupted into another wave of uncontrollable laughter, but this time, in addition to the tickling, the urge to go to the bathroom became even more pressing. "No... please! Hahaha! I can't take it anymore!" she shouted, her body contorting as she desperately tried to maintain control, but her situation worsened with every passing second.

Muten watched her calmly, as if contemplating what to do next, but he didn't seem inclined to release her anytime soon. "Patience, girl. Patience is a virtue."

Watching Caulifla, now exhausted and desperate, Muten decided it was time to intensify the lesson. He hadn't finished teaching her the importance of respect and discipline. Calmly and unhurried, he approached her and, without saying a word, grabbed her arms.

Caulifla weakly tried to resist, but with her tail trapped and her body weakened by the tickling, she no longer had enough strength. "What are you doing...?" she gasped, trying to catch her breath between the laughter she still couldn't stop.

Muten, with his usual tranquility, lifted her arms above her head and tied them to a hook suspended from the ceiling. Now, Caulifla was completely immobilized: her arms stretched above her, her tail still caught in the grip, and the metronome continued to graze her tail with the feather, causing her body to vibrate with involuntary laughter.

"Now," Muten said calmly, adjusting the knots around her wrists, "let's see how strong you really are. Being a warrior isn't just about physical strength, but also about being able to withstand hardships, even the most... unexpected ones."

Caulifla tried to squirm, but every movement only caused her body to sway, and the feather struck her tail even faster. "Stop... ahaha... let me go! Please... ahaha!" she screamed, her voice desperate and broken by the tickling and the increasingly urgent need to go to the bathroom.

Muten observed her without showing any signs of compassion. "Maybe after this lesson, you'll learn not to underestimate your opponents. And maybe you'll learn a little humility as well." After that, he walked away again, leaving Caulifla tied up and at the mercy of the metronome, the rhythm of her laughter and despair filling the room.

When Muten returned half an hour later, he found Caulifla in a critical condition. The young Saiyan, with her legs crossed, was visibly trembling, desperately trying to maintain control. Her face was flushed from the effort of holding back, forced laughter continued, but now there was another kind of tension dominating her: she was at her limit, on the verge of giving in to the physical need that tormented her.

Muten approached calmly, watching the scene attentively. "Oh, it seems you're really learning something today," he said in his usual calm and controlled tone. Caulifla stared at him with eyes full of frustration, unable to hide her discomfort. "Please... stop..." she gasped, but the old master didn't seem inclined to listen to her.

Without saying anything more, Muten leaned over the metronome again and accelerated it further. The feather began to move faster, brushing against Caulifla's taut tail at a pace that made her laughter even more uncontrollable. "Ahahaha! No! Please! Ahahaha!" she screamed, now unable to hold back her laughter as her body shook with fatigue and desperation.

Muten watched her with an attentive gaze. With her arms raised and tied to the hook, the girl was not only completely vulnerable, but she couldn't cover or defend her most sensitive areas. Approaching closer, the old man noticed that with her armpits and hips fully exposed, Caulifla was in a position of extreme weakness.

"Let's see how you handle this..." he said, with a faint smile, and began to lightly poke her sides and armpits with his fingers. Caulifla jolted immediately, trying to move her body to escape the contact, but with her tail trapped and her arms tied, she had no chance to defend herself. Laughter erupted again, louder and more desperate.

"Ahahaha! Nooo! Ahahaha! Stop! Ahahaha!" she screamed, as every new touch intensified the tickling and made her laugh even harder, now breathless. With her legs crossed, she desperately tried to hold back, but between the growing need to go to the bathroom and the incessant tickling, she was now on the verge of completely giving in.

Muten, carefully observing Caulifla's reactions, decided to take the tickling to her weakest point: her belly. With quick and precise movements, he began to tickle her sides, sliding his fingers along her abdomen already tense from effort and tension.

Caulifla immediately erupted into another wave of uncontrollable laughter. "Ahahaha! Please... ahahaha! Stop!" she cried out, but by now her body was no longer responding. Each laugh weakened her further, and her physical need reached a point of no return. Amidst her laughter, she felt the pressure finally give way: it was impossible to hold back any longer.

Her face, already flushed from the tickling, turned even more red with embarrassment. She felt warmth flooding her body, but she could neither stop her laughter nor her shame. "Ahahaha... stop! Please!" she yelled, but by now she knew that the situation was completely out of her control.

Muten, continuing to tickle her belly with precision, watched attentively. He could see in her eyes the moment Caulifla understood the lesson. The laughter stunned her, but the realization hit her like a bolt of lightning: it was not just about physical strength. She had underestimated the old man, ignored her weaknesses, and now she was paying the price.

Amidst the laughter and shame, she finally understood what Muten was trying to teach her. "Never underestimate your weaknesses..." Caulifla thought, exhausted and now resigned. She realized that every warrior, even the strongest, has weaknesses, and ignoring or hiding them can lead to disastrous consequences.

Muten, seeing her surrender, slowly stopped tickling her. He paused and approached calmly, releasing the grip that held the Saiyan's tail. "You’ve finally learned the lesson," he said with a barely perceptible smile, also freeing her wrists from the hook. "Strength is nothing if you don't know your limits."

Caulifla, still shaken and laughing weakly, no longer had the strength to respond. The lesson, however hard and humiliating, had been learned.

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11/15/2024
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