IlariettaBG
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Angelica era disorientata in quella situazione che si era rapidamente venuta a creare, pietrificata dalla paura ed al tempo stesso eccitata come mai le era capitato in vita sua.
Ascoltava i suoi pensieri. Pensieri che erano fatti di timore ma di fermento; pensieri di incertezza ma di trepidazione. Ed ascoltava il suo intuito, ma anche il suo intuito non sapeva come risponderle e le forniva pareri dissonanti, dicendole che quella che stava per vivere avrebbe potuto la serata più eccitante della sua intera vita, o al contrario avrebbe potuto essere in assoluto la più umiliante.
Angelica cercò di focalizzarsi sul momento presente, ma quello che le apparve fu la sua immagine in un totale stato di debolezza e remissività. Le braccia tese sopra la sua testa con i polsi fasciati da numerosi giri di una sottile fune di seta bianca e le braccia saldamente legate alla testiera del letto, mentre il cuore le rimbalzava in gola facendola piacevolmente rabbrividire. E sentiva la tensione delle gambe forzatamente divaricate, con altri vortici di interminabile seta bianca che le avvolgevano le caviglie immobilizzandola in quella strana posizione.
Forse non tutti voi avete sperimentato in prima persona un'esperienza come quella che stava vivendo in quel momento Angelica, forse non avete provato il brivido di essere del tutto immobilizzati, con polsi e caviglie legati e fissati ai quattro angoli opposti del letto con corde o manette, in una posizione in cui ogni movimento vi è reso impossibile. Ma provate solo ad immaginare per un momento, che questo possa capitare a voi, di ascoltare il suono del silenzio che cresce dentro di voi nel profondo, e di vedervi completamente sottomessi ad un'altra persona, che può decidere di fare di voi qualsiasi cosa, e di rendervi conto di non poter fare nulla per impedirglielo e di dover accettare qualunque cosa abbia in mente di fare.
Forse allora sareste in grado di comprendere il senso di vuoto e di incertezza che sperimentava Angelica in quel momento, quando ormai sapeva che non le era più concesso tornare indietro, aveva deciso di fidarsi ed ora avrebbe dovuto accettare qualunque conseguenza.
Sentì in lontananza la porta di quella stanza d'albergo aprirsi e richiudersi. Poi i passi di una persona avanzare verso di lei. O forse no? Forse i passi di due persone? Angelica era troppo confusa per riuscire a capire quello che stava accadendo, ed anche quando si sforzò di concentrarsi, e di cercare di vedere cosa fosse riuscita a scorgere dal l'altro lato della stanza, la penombra non le permise di mettere a fuoco quello che stava avvenendo attorno a lei.
Eppure quella serata era iniziata in modo del tutto ordinario. Angelica aveva già incontrato un considerevole numero di persone nel corso della sua carriera come giornalista e dall'incontro che aveva fissato per quella sera non si attendeva niente di diverso da ogni altro incontro: avrebbe conosciuto la persona da intervistare, le avrebbe posto le domande che aveva preparato per l'occasione e, se l'intervistata avrebbe ritenuto opportuno farlo, le avrebbe dato spazio e tempo di raccontare la sua storia in modo più dettagliato. Il giorno dopo in redazione Angelica avrebbe rimescolato il tutto e avrebbe presentato il suo articolo che, come sempre, si sarebbe rivelato un grande successo.
Ma come avrete capito Angelica assolutamente non si sarebbe mai potuta aspettare che quella serata avrebbe preso una direzione così strana ed inaspettata, come in effetti accadde e, se volete continuare a leggere quanto sto per scrivere, anche voi avrete modo di capire come basta un solo minuscolo elemento imprevisto per modificare rapidamente l'esito di un racconto. L'elemento imprevisto fu in realtà di entità infinitesima, perché non si trattò che di un tenue e minuscolo brillio nello sguardo di Angelica, della durata talmente effimera che nessuno di voi se ne sarebbe accorto, né probabilmente avrei potuto accorgermene io stessa. Ma il destino volle che qualcuno invece di questo brillo nello sguardo di Angelica si accorse, e da esso trasse delle considerazioni molto importati come scoprirete nel seguito. Se quel brillio nel suo sguardo non fosse stato notato la serata di Angelica si sarebbe svolta in modo certamente diverso, in modo forse migliore, o forse peggiore (questo non sta a me giudicarlo), ma sicuramente molto diverso da come in realtà si svolse.
Angelica era arrivata nella camera d'albergo con discreto anticipo e, come faceva sempre, aveva riletto le domande, aggiungendone qualcuna se le fosse venuta l'ispirazione di farlo, o modificando quelle che le sembravano espresse in modo poco chiaro.
Ho già detto che Angelica considerava del tutto ordinaria l'intervista che aveva programmato quella sera, ma in realtà ho omesso un particolare, perché in effetti c'era un dettaglio che stuzzicava la fantasia della giovane giornalista: la ragazza che avrebbe dovuto intervistare quella sera non aveva mai voluto rivelare ad Angelica il proprio nome ed aveva preteso di essere sempre chiamata, fin dal primo contatto tra le due, con lo pseudonimo di Lady Tickler.
Non solo Angelica si scoprì affascinata dallo pseudonimo utilizzato Lady Tickler, trovandolo estremamente eccentrico nonché adatto per la sua cliente di quella sera, ma si rese conto che era la prima volta in assoluto che qualcuno le tacesse il proprio nome. Anche quando Angelica l'aveva rassicurata che il nome non sarebbe stato pubblicato, la ragazza aveva preferito non rispondere ed aveva continuato ad essere semplicemente Lady Tickler.
Angelica fu destata dal correre dei suoi pensieri quando sentì due colpi decisi battere sulla porta della camera. Una rapida occhiata dall'orologio le disse che non poteva essere altri che Lady Tickler e che era arrivata in perfetto orario.
Angelica si alzò dal bordo del letto, sul quale si era seduta a ripassare le sue domande, e si avviò verso la porta a passo comunque svelto nonostante il tacco 12 nascosto sotto i jeans a zampa che indossava unitamente ad una camicetta bianca in un uno stile assolutamente informale ma al tempo stesso sufficientemente sobrio e professionale.
Fu quella la prima volta che Angelica vide di persona quella misteriosa ragazza che voleva essere chiamata Lady Tickler, e ne fu piacevolmente sorpresa trovandola una ragazza cordiale e piacevole, a prima vista molto meno misteriosa (almeno in apparenza) di quando non avrebbe osato immaginarsi. Doveva inoltre ammettere, e sicuramente anche voi sareste stati d'accordo con lei, che si trattava di una ragazza particolarmente carina, di corporatura minuta, non più alta di 1,65cm, e con lunghi capelli di un'affascinante colore castano chiaro tendente al rosso che le scendevano in voluminosi riccioli fino ad oltre metà della schiena. Era inoltre di età decisamente giovane ed Angelica, mentre la scrutava negli occhi di un colore chiaro intermedio tra il verde e l'azzurro, aveva stimato che dovesse avere poco più di 20 anni, ed in effetti avuto ragione in quanto la ragazza di anni ne aveva 23, anche se non aveva risposto a nessuna domanda in merito e non aveva voluto rivelare alla giornalista la sua età esatta.
Anche Lady Tickler vestiva in abiti in stile casual, vale a dire una maglietta polo a maniche corte di colore bianco, sul quale risaltavano i bei riccioli dai riflessi rossastri, ed un paio di jeans lunghi a vita bassa. Ai piedi calzava infine un paio di converse colore rosa, di quel modello che sale alto sulla caviglia e che Angelica riconobbe come uno dei marchi più di moda tra i giovani di quella generazione.
Tutto sommato Angelica fu piacevolmente colpita dalla ragazza e si convinse di poter provare per lei un affetto di quello che si provano, ad esempio, quando si ha una sorella più piccola. In effetti la differenza di età tra le due ragazze era minima e Lady Tickler avrebbe in effetti potuto avere la stessa età della sorella di Angelica, se ne avesse avuta una.
Angelica fu come sempre molto brava a mettere l'intervistata a proprio agio, cosa che rivestiva nella fase di intervista un'importanza strategica, in quando solamente in una situazione di perfetta armonia e con le giuste rassicurazioni, le persone intervistate sono portate a rispondere in modo sincero alle domande che la giornalista le avrebbe dovuto fare, ed a rivelare informazioni che abitualmente non avrebbero avuto il coraggio di rivelare. Infatti, date le tematiche da trattare, le domande che normalmente Angelica poneva erano volutamente imbarazzanti per chi doveva rispondere.
Le due ragazze si misero sedute sul bordo del letto, che in effetti era l'unica superficie della stanza in cui avrebbero potuto prendere posto sedute, e così l'intervista ebbe inizio, dopo un rapido scambio di convenevoli. Lady Tickler sembrava tranquilla e rilassata anche se in effetti, come penso già molti di voi avranno immaginato, nel corso di quell'intervista avrebbe dovuto rivelare le sue fantasie più piccanti e personali. Tutto ciò non sembrava minimamente metterla a disagio, e così la ragazza iniziò a raccontarsi, con quel suo tono di voce morbido ma determinato, che Angelica ormai conosceva bene avendo le ragazze conversato già a lungo telefonicamente.
Ora, benché fino ad ora io ho voluto tacere questo aspetto, penso sia chiaro a tutti voi che Angelica aveva richiesto quell'intervista allorché le venne chiesto di scrivere un articolo relativamente al fenomeno TICKLING. Ciò che Angelica doveva cercare di capire era come quello strano gioco amoroso fosse diventato in breve tempo così popolare, tanto tra i ragazzi, quanto tra le ragazze delle nuove generazioni. Angelica era estremamente desiderosa di saperne di più, e in verità già a questo punto della storia, non era chiaro nemmeno a lei stessa se l'interesse fosse esclusivamente di tipo professionale cioè finalizzato alla scrittura del suo articolo, o se forse si stesse sviluppando anche in lei passione per quella seducente tematica.
Angelica aveva raccolto informazioni sull'argomento principalmente tramite internet, iscrivendosi ai vari forum e seguendo le discussione che vedeva nelle community onLine.
Era proprio all'interno di una community che si era imbattuta una sera in una ragazza dal nickname accattivante di Lady Tickler. Le due ragazze avevano iniziato a parlare ed Angelica si era fatta conquistare dalla passione trasmessa dalle parole di Lady Tickler. Angelica aveva poi palesato di essere un giornalista e la ragazza aveva accettato di farsi intervistare, dietro un pagamento di un piccolo rimborso spese ed a patto di conservare l'anonimato.
Angelica era consapevole di quanto era stata fortunata a trovare chi fosse disposto a concedere un intervista su tale argomento, ed era determinata a farsi dire tutto ciò che la ragazza conosceva sul TICKLING.
Ovviamente non è mia intenzione riportare qui integralmente l'intervista di Lady Tickler, dal momento che molti di voi che leggete questo mio racconto in questo forum, sicuramente conoscete già l'argomento trattato in modo forse anche più approfondito di come lo conosco io, al punto che molte delle domande che Angelica pose quella sera vi sembrerebbero banali e poco interessanti. Ma se aveste avuto anche voi la stessa curiosità che aveva in corpo quella sera Angelica, allora ogni domanda vi sarebbe sembrata intrigante ed avereste ascoltato le risposte di Lady Tickler in religioso silenzio, assaporando ogni parola ed ogni frase che la ragazza sapeva comporre sapientemente e in modo quasi ipnotico, creando immagini talmente vivide nella mente di chi la stava ascoltando, che anche voi sareste stati quasi sicuramente contagiati dalla passione con cui raccontava.
Ora voi dovete sapere che Angelica non poteva restare impassibile alle parole che stava ascoltando, non solo perché era affascinata dall'argomento, e non solo per la bravura di Lady Tickler, la quale sapeva essere estremamente coinvolgente nel suo modo di raccontare. La verità, come poi Angelica avrebbe capito solo in seguito, era che Lady Tickler nel corso della sua intervista aveva toccato degli argomenti che in passato avevano scatenato le più profonde fantasie erotiche di Angelica. Argomenti che avevano sedotto Angelica ormai molto tempo prima, ma che ormai la ragazza non affrontava più da molti anni. Tali argomenti erano però presenti nell'inconscio di Angelica e ancora dominavano le sue fantasie più profonde; erano però tenuti nascosti in profondità nella sua psiche, come rinchiusi in una cassa di legno massiccio e lasciati affondare nel pozzo della sua mente. Ora può capitare che la cassa contenente queste fantasie rimanga sul fondo del pozzo della mente per lungo tempo, addirittura anni o tutta la vita, senza che nulla accada. Ma può anche capitare che il legno che compone la cassa vanga a marcire se sottoposto alla giusta pressione, ed allora tutte le fantasie contenute vengano liberate, e possano contaminare l'acqua limpida risalendo in superficie seducendo Angelica come avevano già fatto in passato anni prima.
E così quando Lady Tickler raccontava di come lei o altre ragazze venissero legate e immobilizzate durante una sessione di TICKLING, Angelica vedeva se stessa legata ed immobilizzata nella stessa posizione. E Lady Tickler fu molto dettagliata in questa fase dell'intervista, descrivendo le svariate posizioni in cui una ragazza può essere costretta all'immobilità ed ogni volta Angelica vide se stessa in tale costrizione; e quando Lady Tickler parlava di corde, manette e di cinture di cuoio Angelica si si sentiva avvolgere polsi e caviglie come se quegli strumenti fossero applicati su di lei in quel preciso momento, e al tempo stesso provava davvero in modo estremamente vivido quelle sensazioni di disagio e di eccitazione avrebbe provato trovandosi in quella situazione.
Descrivendo le sensazioni che prova una ragazza quando viene a trovarsi completamente immobilizzata, Lady Tickler affermò che in realtà quello che aveva raccontato a parole era poca cosa paragonato alla sensazione che una ragazza sperimenta realmente. In verità, proseguì Lady Tickler, la sensazione autentica poteva essere compresa solamente sperimentando in prima persona quella situazione di completa impotenza e remissività che una ragazza prova quando accetta di essere legata ed immobilizzata completamente.
Fu in quel momento che la serata prese una direzione diversa da quella che Angelica aveva preventivato. Improvvisamente lo sguardo di Angelica si illuminò di uno strano brillio. Ve ne avevo già parlato all'inizio del mio racconto, di questo brillio. Forse ormai nemmeno ve ne ricordavate, ma adesso che ritorno sull'argomento sicuramente vi state ricordando che già vi avevo detto che fu un brillio della durata talmente effimera che nessuno di voi se ne sarebbe accorto, né probabilmente avrei potuto accorgermene io stessa. Il brillio nello sguardo di Angelica non sfuggì però a Lady Tickler. Il brillio era giunto nel momento esatto in cui Lady Tickler sosteneva l'eccitazione che prova una ragazza nel essere legata ed immobilizzata.
Fu in quel momento che Lady Tickler si rese conto che il suo piano stava funzionando alla perfezione, e comprese quanto Angelica si fosse lasciata coinvolgere dal racconto e di quanto fosse riuscita a farlo eccitare solo con la scelta delle parole e con il suo della sua voce. Sapeva che se avesse osato chiedere, Angelica non avrebbe risposto di no. Con quel brillio nello sguardo, Angelica stessa la stava implorando di metterla alla prova. Lady Tickler chiese ad Angelica quanto desiderasse sperimentare su di se, in prima persona, tutte quelle sensazioni di cui avevano fino a quel momento parlato.
Ad Angelica si fermò il cuore per un istante, per poi riprendere a battere con ritmo ancora più accelerato non appena ebbe metabolizzato la domanda. Qualcosa le diceva di non fidarsi, di non poter essere così ingenua di accettare quella proposta così folle, di farsi legare ed immobilizzare da una ragazza che in fin dei conti era una perfetta sconosciuta. Ma dentro di lei qualcosa le diceva che non sarebbe stata capace di rifiutare: era una follia che desiderava fortemente sperimentare, anche a costo di doversi pentire in seguito della sua scelta. Con la coda dell'occhio incrociò la testiera del letto alle sue spalle e già le sembrava di vedere la fune di seta bianca le dal lì scendeva e raggiungeva i suoi polsi, per immobilizzarli. Abbassò lo sguardo guardandosi i piedi, e le sembrò già di scorgere altra seta bianca stretta attorno alle sue caviglie.
Razionalmente sapeva che quella che stava per prendere sarebbe stata una decisione sbagliata, ma istintivamente annuì con il capo dichiarando la propria risposta affermativa. Era stato più forte il lei, in quel momento era troppo eccitata e troppo curiosa di sperimentare quelle sensazioni per avere la forza di rifiutare.
E forse anche voi vi starete chiedendo cosa spinse Angelica a accettare quella folle proposta, che altro scopo non aveva che di condurla nella trappola tanto sapientemente progettata da Lady Tickler.
Ma forse anche voi può essere capitato talvolta di essere in una situazione paragonabile a quella che visse Angelica quella sera; potrebbe ad esempio di esservi lasciati conquistare dalle parole di qualcuno che vi ha trasmesso una grandissima curiosità riguardo ad un argomento o di un racconto di cui sapete ben poco, ma che vi affascina e vi incuriosisce perché ne conoscete solo l'inizio che è stato sapientemente orchestrato, ma del quale ancora non vedete la conclusione. E diciamo le cose come stanno: se la persona che ha fatto in nascere in voi tale curiosità, decidesse all'improvviso per proprio tornaconto o anche solo per divertimento personale, di negarvi la conclusione di quanto promesso, allora credetemi, probabilmente anche voi vi vedreste spiazzati come si ritrovò Angelica quella sera.
TO BE CONTINUED
Ascoltava i suoi pensieri. Pensieri che erano fatti di timore ma di fermento; pensieri di incertezza ma di trepidazione. Ed ascoltava il suo intuito, ma anche il suo intuito non sapeva come risponderle e le forniva pareri dissonanti, dicendole che quella che stava per vivere avrebbe potuto la serata più eccitante della sua intera vita, o al contrario avrebbe potuto essere in assoluto la più umiliante.
Angelica cercò di focalizzarsi sul momento presente, ma quello che le apparve fu la sua immagine in un totale stato di debolezza e remissività. Le braccia tese sopra la sua testa con i polsi fasciati da numerosi giri di una sottile fune di seta bianca e le braccia saldamente legate alla testiera del letto, mentre il cuore le rimbalzava in gola facendola piacevolmente rabbrividire. E sentiva la tensione delle gambe forzatamente divaricate, con altri vortici di interminabile seta bianca che le avvolgevano le caviglie immobilizzandola in quella strana posizione.
Forse non tutti voi avete sperimentato in prima persona un'esperienza come quella che stava vivendo in quel momento Angelica, forse non avete provato il brivido di essere del tutto immobilizzati, con polsi e caviglie legati e fissati ai quattro angoli opposti del letto con corde o manette, in una posizione in cui ogni movimento vi è reso impossibile. Ma provate solo ad immaginare per un momento, che questo possa capitare a voi, di ascoltare il suono del silenzio che cresce dentro di voi nel profondo, e di vedervi completamente sottomessi ad un'altra persona, che può decidere di fare di voi qualsiasi cosa, e di rendervi conto di non poter fare nulla per impedirglielo e di dover accettare qualunque cosa abbia in mente di fare.
Forse allora sareste in grado di comprendere il senso di vuoto e di incertezza che sperimentava Angelica in quel momento, quando ormai sapeva che non le era più concesso tornare indietro, aveva deciso di fidarsi ed ora avrebbe dovuto accettare qualunque conseguenza.
Sentì in lontananza la porta di quella stanza d'albergo aprirsi e richiudersi. Poi i passi di una persona avanzare verso di lei. O forse no? Forse i passi di due persone? Angelica era troppo confusa per riuscire a capire quello che stava accadendo, ed anche quando si sforzò di concentrarsi, e di cercare di vedere cosa fosse riuscita a scorgere dal l'altro lato della stanza, la penombra non le permise di mettere a fuoco quello che stava avvenendo attorno a lei.
Eppure quella serata era iniziata in modo del tutto ordinario. Angelica aveva già incontrato un considerevole numero di persone nel corso della sua carriera come giornalista e dall'incontro che aveva fissato per quella sera non si attendeva niente di diverso da ogni altro incontro: avrebbe conosciuto la persona da intervistare, le avrebbe posto le domande che aveva preparato per l'occasione e, se l'intervistata avrebbe ritenuto opportuno farlo, le avrebbe dato spazio e tempo di raccontare la sua storia in modo più dettagliato. Il giorno dopo in redazione Angelica avrebbe rimescolato il tutto e avrebbe presentato il suo articolo che, come sempre, si sarebbe rivelato un grande successo.
Ma come avrete capito Angelica assolutamente non si sarebbe mai potuta aspettare che quella serata avrebbe preso una direzione così strana ed inaspettata, come in effetti accadde e, se volete continuare a leggere quanto sto per scrivere, anche voi avrete modo di capire come basta un solo minuscolo elemento imprevisto per modificare rapidamente l'esito di un racconto. L'elemento imprevisto fu in realtà di entità infinitesima, perché non si trattò che di un tenue e minuscolo brillio nello sguardo di Angelica, della durata talmente effimera che nessuno di voi se ne sarebbe accorto, né probabilmente avrei potuto accorgermene io stessa. Ma il destino volle che qualcuno invece di questo brillo nello sguardo di Angelica si accorse, e da esso trasse delle considerazioni molto importati come scoprirete nel seguito. Se quel brillio nel suo sguardo non fosse stato notato la serata di Angelica si sarebbe svolta in modo certamente diverso, in modo forse migliore, o forse peggiore (questo non sta a me giudicarlo), ma sicuramente molto diverso da come in realtà si svolse.
Angelica era arrivata nella camera d'albergo con discreto anticipo e, come faceva sempre, aveva riletto le domande, aggiungendone qualcuna se le fosse venuta l'ispirazione di farlo, o modificando quelle che le sembravano espresse in modo poco chiaro.
Ho già detto che Angelica considerava del tutto ordinaria l'intervista che aveva programmato quella sera, ma in realtà ho omesso un particolare, perché in effetti c'era un dettaglio che stuzzicava la fantasia della giovane giornalista: la ragazza che avrebbe dovuto intervistare quella sera non aveva mai voluto rivelare ad Angelica il proprio nome ed aveva preteso di essere sempre chiamata, fin dal primo contatto tra le due, con lo pseudonimo di Lady Tickler.
Non solo Angelica si scoprì affascinata dallo pseudonimo utilizzato Lady Tickler, trovandolo estremamente eccentrico nonché adatto per la sua cliente di quella sera, ma si rese conto che era la prima volta in assoluto che qualcuno le tacesse il proprio nome. Anche quando Angelica l'aveva rassicurata che il nome non sarebbe stato pubblicato, la ragazza aveva preferito non rispondere ed aveva continuato ad essere semplicemente Lady Tickler.
Angelica fu destata dal correre dei suoi pensieri quando sentì due colpi decisi battere sulla porta della camera. Una rapida occhiata dall'orologio le disse che non poteva essere altri che Lady Tickler e che era arrivata in perfetto orario.
Angelica si alzò dal bordo del letto, sul quale si era seduta a ripassare le sue domande, e si avviò verso la porta a passo comunque svelto nonostante il tacco 12 nascosto sotto i jeans a zampa che indossava unitamente ad una camicetta bianca in un uno stile assolutamente informale ma al tempo stesso sufficientemente sobrio e professionale.
Fu quella la prima volta che Angelica vide di persona quella misteriosa ragazza che voleva essere chiamata Lady Tickler, e ne fu piacevolmente sorpresa trovandola una ragazza cordiale e piacevole, a prima vista molto meno misteriosa (almeno in apparenza) di quando non avrebbe osato immaginarsi. Doveva inoltre ammettere, e sicuramente anche voi sareste stati d'accordo con lei, che si trattava di una ragazza particolarmente carina, di corporatura minuta, non più alta di 1,65cm, e con lunghi capelli di un'affascinante colore castano chiaro tendente al rosso che le scendevano in voluminosi riccioli fino ad oltre metà della schiena. Era inoltre di età decisamente giovane ed Angelica, mentre la scrutava negli occhi di un colore chiaro intermedio tra il verde e l'azzurro, aveva stimato che dovesse avere poco più di 20 anni, ed in effetti avuto ragione in quanto la ragazza di anni ne aveva 23, anche se non aveva risposto a nessuna domanda in merito e non aveva voluto rivelare alla giornalista la sua età esatta.
Anche Lady Tickler vestiva in abiti in stile casual, vale a dire una maglietta polo a maniche corte di colore bianco, sul quale risaltavano i bei riccioli dai riflessi rossastri, ed un paio di jeans lunghi a vita bassa. Ai piedi calzava infine un paio di converse colore rosa, di quel modello che sale alto sulla caviglia e che Angelica riconobbe come uno dei marchi più di moda tra i giovani di quella generazione.
Tutto sommato Angelica fu piacevolmente colpita dalla ragazza e si convinse di poter provare per lei un affetto di quello che si provano, ad esempio, quando si ha una sorella più piccola. In effetti la differenza di età tra le due ragazze era minima e Lady Tickler avrebbe in effetti potuto avere la stessa età della sorella di Angelica, se ne avesse avuta una.
Angelica fu come sempre molto brava a mettere l'intervistata a proprio agio, cosa che rivestiva nella fase di intervista un'importanza strategica, in quando solamente in una situazione di perfetta armonia e con le giuste rassicurazioni, le persone intervistate sono portate a rispondere in modo sincero alle domande che la giornalista le avrebbe dovuto fare, ed a rivelare informazioni che abitualmente non avrebbero avuto il coraggio di rivelare. Infatti, date le tematiche da trattare, le domande che normalmente Angelica poneva erano volutamente imbarazzanti per chi doveva rispondere.
Le due ragazze si misero sedute sul bordo del letto, che in effetti era l'unica superficie della stanza in cui avrebbero potuto prendere posto sedute, e così l'intervista ebbe inizio, dopo un rapido scambio di convenevoli. Lady Tickler sembrava tranquilla e rilassata anche se in effetti, come penso già molti di voi avranno immaginato, nel corso di quell'intervista avrebbe dovuto rivelare le sue fantasie più piccanti e personali. Tutto ciò non sembrava minimamente metterla a disagio, e così la ragazza iniziò a raccontarsi, con quel suo tono di voce morbido ma determinato, che Angelica ormai conosceva bene avendo le ragazze conversato già a lungo telefonicamente.
Ora, benché fino ad ora io ho voluto tacere questo aspetto, penso sia chiaro a tutti voi che Angelica aveva richiesto quell'intervista allorché le venne chiesto di scrivere un articolo relativamente al fenomeno TICKLING. Ciò che Angelica doveva cercare di capire era come quello strano gioco amoroso fosse diventato in breve tempo così popolare, tanto tra i ragazzi, quanto tra le ragazze delle nuove generazioni. Angelica era estremamente desiderosa di saperne di più, e in verità già a questo punto della storia, non era chiaro nemmeno a lei stessa se l'interesse fosse esclusivamente di tipo professionale cioè finalizzato alla scrittura del suo articolo, o se forse si stesse sviluppando anche in lei passione per quella seducente tematica.
Angelica aveva raccolto informazioni sull'argomento principalmente tramite internet, iscrivendosi ai vari forum e seguendo le discussione che vedeva nelle community onLine.
Era proprio all'interno di una community che si era imbattuta una sera in una ragazza dal nickname accattivante di Lady Tickler. Le due ragazze avevano iniziato a parlare ed Angelica si era fatta conquistare dalla passione trasmessa dalle parole di Lady Tickler. Angelica aveva poi palesato di essere un giornalista e la ragazza aveva accettato di farsi intervistare, dietro un pagamento di un piccolo rimborso spese ed a patto di conservare l'anonimato.
Angelica era consapevole di quanto era stata fortunata a trovare chi fosse disposto a concedere un intervista su tale argomento, ed era determinata a farsi dire tutto ciò che la ragazza conosceva sul TICKLING.
Ovviamente non è mia intenzione riportare qui integralmente l'intervista di Lady Tickler, dal momento che molti di voi che leggete questo mio racconto in questo forum, sicuramente conoscete già l'argomento trattato in modo forse anche più approfondito di come lo conosco io, al punto che molte delle domande che Angelica pose quella sera vi sembrerebbero banali e poco interessanti. Ma se aveste avuto anche voi la stessa curiosità che aveva in corpo quella sera Angelica, allora ogni domanda vi sarebbe sembrata intrigante ed avereste ascoltato le risposte di Lady Tickler in religioso silenzio, assaporando ogni parola ed ogni frase che la ragazza sapeva comporre sapientemente e in modo quasi ipnotico, creando immagini talmente vivide nella mente di chi la stava ascoltando, che anche voi sareste stati quasi sicuramente contagiati dalla passione con cui raccontava.
Ora voi dovete sapere che Angelica non poteva restare impassibile alle parole che stava ascoltando, non solo perché era affascinata dall'argomento, e non solo per la bravura di Lady Tickler, la quale sapeva essere estremamente coinvolgente nel suo modo di raccontare. La verità, come poi Angelica avrebbe capito solo in seguito, era che Lady Tickler nel corso della sua intervista aveva toccato degli argomenti che in passato avevano scatenato le più profonde fantasie erotiche di Angelica. Argomenti che avevano sedotto Angelica ormai molto tempo prima, ma che ormai la ragazza non affrontava più da molti anni. Tali argomenti erano però presenti nell'inconscio di Angelica e ancora dominavano le sue fantasie più profonde; erano però tenuti nascosti in profondità nella sua psiche, come rinchiusi in una cassa di legno massiccio e lasciati affondare nel pozzo della sua mente. Ora può capitare che la cassa contenente queste fantasie rimanga sul fondo del pozzo della mente per lungo tempo, addirittura anni o tutta la vita, senza che nulla accada. Ma può anche capitare che il legno che compone la cassa vanga a marcire se sottoposto alla giusta pressione, ed allora tutte le fantasie contenute vengano liberate, e possano contaminare l'acqua limpida risalendo in superficie seducendo Angelica come avevano già fatto in passato anni prima.
E così quando Lady Tickler raccontava di come lei o altre ragazze venissero legate e immobilizzate durante una sessione di TICKLING, Angelica vedeva se stessa legata ed immobilizzata nella stessa posizione. E Lady Tickler fu molto dettagliata in questa fase dell'intervista, descrivendo le svariate posizioni in cui una ragazza può essere costretta all'immobilità ed ogni volta Angelica vide se stessa in tale costrizione; e quando Lady Tickler parlava di corde, manette e di cinture di cuoio Angelica si si sentiva avvolgere polsi e caviglie come se quegli strumenti fossero applicati su di lei in quel preciso momento, e al tempo stesso provava davvero in modo estremamente vivido quelle sensazioni di disagio e di eccitazione avrebbe provato trovandosi in quella situazione.
Descrivendo le sensazioni che prova una ragazza quando viene a trovarsi completamente immobilizzata, Lady Tickler affermò che in realtà quello che aveva raccontato a parole era poca cosa paragonato alla sensazione che una ragazza sperimenta realmente. In verità, proseguì Lady Tickler, la sensazione autentica poteva essere compresa solamente sperimentando in prima persona quella situazione di completa impotenza e remissività che una ragazza prova quando accetta di essere legata ed immobilizzata completamente.
Fu in quel momento che la serata prese una direzione diversa da quella che Angelica aveva preventivato. Improvvisamente lo sguardo di Angelica si illuminò di uno strano brillio. Ve ne avevo già parlato all'inizio del mio racconto, di questo brillio. Forse ormai nemmeno ve ne ricordavate, ma adesso che ritorno sull'argomento sicuramente vi state ricordando che già vi avevo detto che fu un brillio della durata talmente effimera che nessuno di voi se ne sarebbe accorto, né probabilmente avrei potuto accorgermene io stessa. Il brillio nello sguardo di Angelica non sfuggì però a Lady Tickler. Il brillio era giunto nel momento esatto in cui Lady Tickler sosteneva l'eccitazione che prova una ragazza nel essere legata ed immobilizzata.
Fu in quel momento che Lady Tickler si rese conto che il suo piano stava funzionando alla perfezione, e comprese quanto Angelica si fosse lasciata coinvolgere dal racconto e di quanto fosse riuscita a farlo eccitare solo con la scelta delle parole e con il suo della sua voce. Sapeva che se avesse osato chiedere, Angelica non avrebbe risposto di no. Con quel brillio nello sguardo, Angelica stessa la stava implorando di metterla alla prova. Lady Tickler chiese ad Angelica quanto desiderasse sperimentare su di se, in prima persona, tutte quelle sensazioni di cui avevano fino a quel momento parlato.
Ad Angelica si fermò il cuore per un istante, per poi riprendere a battere con ritmo ancora più accelerato non appena ebbe metabolizzato la domanda. Qualcosa le diceva di non fidarsi, di non poter essere così ingenua di accettare quella proposta così folle, di farsi legare ed immobilizzare da una ragazza che in fin dei conti era una perfetta sconosciuta. Ma dentro di lei qualcosa le diceva che non sarebbe stata capace di rifiutare: era una follia che desiderava fortemente sperimentare, anche a costo di doversi pentire in seguito della sua scelta. Con la coda dell'occhio incrociò la testiera del letto alle sue spalle e già le sembrava di vedere la fune di seta bianca le dal lì scendeva e raggiungeva i suoi polsi, per immobilizzarli. Abbassò lo sguardo guardandosi i piedi, e le sembrò già di scorgere altra seta bianca stretta attorno alle sue caviglie.
Razionalmente sapeva che quella che stava per prendere sarebbe stata una decisione sbagliata, ma istintivamente annuì con il capo dichiarando la propria risposta affermativa. Era stato più forte il lei, in quel momento era troppo eccitata e troppo curiosa di sperimentare quelle sensazioni per avere la forza di rifiutare.
E forse anche voi vi starete chiedendo cosa spinse Angelica a accettare quella folle proposta, che altro scopo non aveva che di condurla nella trappola tanto sapientemente progettata da Lady Tickler.
Ma forse anche voi può essere capitato talvolta di essere in una situazione paragonabile a quella che visse Angelica quella sera; potrebbe ad esempio di esservi lasciati conquistare dalle parole di qualcuno che vi ha trasmesso una grandissima curiosità riguardo ad un argomento o di un racconto di cui sapete ben poco, ma che vi affascina e vi incuriosisce perché ne conoscete solo l'inizio che è stato sapientemente orchestrato, ma del quale ancora non vedete la conclusione. E diciamo le cose come stanno: se la persona che ha fatto in nascere in voi tale curiosità, decidesse all'improvviso per proprio tornaconto o anche solo per divertimento personale, di negarvi la conclusione di quanto promesso, allora credetemi, probabilmente anche voi vi vedreste spiazzati come si ritrovò Angelica quella sera.
TO BE CONTINUED