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OBBLIGO/VERITÀ [prologo]

IlariettaBG

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Nov 8, 2013
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Un giro dopo l'altro, la bottiglia girava rapida su sé stessa risuonando di quel rumore tipico del vetro che si strofina sul pavimento freddo. Le ragazze si guardavano negli occhi l'un l'altra seguendo le rotazione della bottiglia che avanzava passando inesorabilmente da una all'altra. Un giro dopo l'altro fino a quando iniziò a rallentare e lentamente si fermò indicando Michela, la più giovane delle ragazze, la quale sgranò gli occhi quando si rese conto che ormai la bottiglia si era fermata del tutto, cosa che indicava che era stata scelta lei per il primo turno di quel gioco. Michela chiuse un istante gli occhi e sospirò tra sé.

Quelli di voi che avessero avuto modo di conoscere Michela di persona, l'avrebbero sicuramente descritta come la tipica ragazza della porta accanto, perché tanto bella d'aspetto quanto affabile e simpatica. E ve lo posso garantire io stessa che Michela l'ho conosciuta di persona, che era veramente bella da lasciare senza fiato specialmente quando si truccava, con quel suo trucco leggero, e si vestiva per uscire il sabato sera, con uno dei suoi abitini stretti ed i tacchi alti, oppure con una gonna corta, ma posso dirvi che anche vestita provocante Michela conservava sempre quel suo fascino e quel sorriso da ragazza semplice acqua e sapone, da ragazza cioè che non ti intimorisce se vuoi attaccare bottone con lei e con la quale parlare è sempre piacevole. Era così Michela, meravigliosamente bella ma al tempo stesso simpatica ed alla mano.
E quella sera Michela si era lasciata convincere partecipare a quel gioco divertente, ma che sotto la giusta luce poteva essere visto con delle sfumature anche maliziose e provocanti; e così quel sabato sera si trovava lì a terra, seduta sul pavimento e con le gambe piegate di lato a giocare ad Obbligo/Verità, come non faceva da anni, indossando un seducente abitino nero stretto che arrivava fino a sopra il ginocchio, e che lasciava un'elegante ma non volgare scollatura sul suo bel seno, e con un paio di sandaletti aperti colore argento tacco 12 che le avvolgevano due bellissimi piedini le cui unghie erano accuratamente smaltate di nero.

Michela tirò un sospiro e fece la sua scelta con voce calma: "Obbligo". Poi incrociò lo sguardo con Giulia, la ragazza biondina che aveva di fronte a sé esattamente sul lato opposto alla bottiglia in quello che doveva teoricamente essere un cerchio immaginario disegnato sul pavimento. Giulia si lasciò sfuggire uno strano sorriso, che voleva dire che già c'era qualcosa che frullava in quella sua testolina.

In effetti Giulia era una ragazza totalmente diversa rispetto all'amica di cui già vi ho parlato. Chi avesse assistito alla scena avrebbe visto due amiche completamente diverse l'una dell'altra, ma per quanto diverse erano molto affiatate. Giulia era la tipica ragazza che adora essere al centro dell'attenzione, consapevole della propria bellezza e che ama farsi guardare ed ammirare, sopratutto dai ragazzi che le vanno dietro come ammaliati dalle sue forme perfette e provocanti o da qualche suo ammiccamento fatto con malizia. E ve lo posso confermare io stessa, perché conosco personalmente anche Giulia con la quale siamo amiche da una vita. Ed io stessa sono stata testimone del lunghissimo elenco di conquiste fatte dalla ragazza. I lunghissimi capelli biondi lisci e due occhi azzurri chiari come il ghiaccio la rendevano la cacciatrice perfetta, e forse alcuni di voi l'avranno anche vista in qualche locale dove occasionalmente lavora come ballerina o ragazza immagine, fasciata da un abitino lascivo su tacchi altissimi mentre danza avvenente su un tavolo o avvinghiata ad un palo. E se alcuni di voi avranno provato a rivolgerle la parola in qualche locale, molto probabilmente avranno ricevuto poche parole da parte sue, unite ad uno sguardo tanto freddo da restare pietrificati. Era fatta così Giulia, era consapevole dalla sua bellezza ma spesso disprezzava chi ne restava ammaliato. Badate bene, non sono qui a difendere il comportamento della mia amica, ma voglio che ammettiate che in effetti nessuno dei presenti, né voi né io stessa, avremmo potuto rimanere impassibili di fronte a tanta bellezza e femminilità.
Quella sera Giulia aveva deciso di partecipare ad Obbligo/Verità forse vedendolo come una sfida personale, forse perché si era detta che una serata tra sole amiche era perfetta per spezzare la monotonia, o forse perché in effetti aveva già in mente qualche penitenza maliziosa da utilizzare al momento opportuno. Ma sarebbe forse poco corretto da parte mia anticipare qui quello che alla ragazza già frullava in mente, e quindi lascerò che per il momento ognuno di voi si faccia la propria idea.

Michela aveva scelto "Obbligo" già al primo turno, cosa che faceva capire a Giulia che già il gioco poteva entrare nel vivo. Aggrottò la fronte per pensare una penitenza adatta a Michela ma, lasciatemelo dire, era solo un modo per aumentare la suspense, perché si poteva vedere chiaramente che Giulia già sapeva quello che avrebbe detto: "Bene - esordì dopo qualche secondo, bagnandosi le labbra - togliti un capo di abbigliamento".

Michela finalmente distolse lo sguardo da quegli occhi glaciali che la fissavano e contrasse le labbra in una smorfia. Certo sapeva che c'era da aspettarselo da Giulia, e poi diciamocelo chiaramente se mai vi è capitato di giocare ad Obbligo/Verità di recente, o anche quando eravate più giovani, sapete bene che fa praticamente parte dello spirito del gioco che i giocatori, specialmente le giocatrici, vengono costretti progressivamente a spogliarsi degli indumenti che indossano all'inizio del gioco.
"Bene.. nessun problema" rispose Michela tirandosi le ginocchia al petto. Puntellò i tacchi sul pavimento di fronte a sé e con gesti delicati iniziò a slacciare il cinturino che legava i sandaletti attorno alle sue esili caviglie. Uno dopo l'altro quei bellissimi sandaletti colore argento vennero slacciati e sfilati dai piedini delle ragazza, che rimase così scalza. La ragazza poi rabbrividì leggermente quando appoggiò i piedi ormai nudi sulla superficie fredda del pavimento. Quella sua leggera smorfia non sfuggì a Giulia che la sottolineò con un sorriso, come a voler dire che era stata capace di mettere in difficoltà l'amica già al primo turno. Giulia sorrideva, pregustandosi quella serata in cui, ne era certa si sarebbe fortemente divertita. E devo dire che di questo ne sono certa anche io stessa che scrivo. Ve lo dico perché, anche se ancora non posso sapere quale fu l'esito di quella strana serata, sono sicura che fu una serata dove tutto fu decisamente imprevedibile.

Un giro dopo l'altro, la bottiglia rilanciata da Michela riprese a girare rapida su sé stessa risuonando ancora una volta con quel rumore tipico del vetro che si strofina sul pavimento. Come prima le ragazze si guardavano negli occhi l'un l'altra seguendo le rotazione della bottiglia che ruotava danzando inesorabile. Un giro dopo l'altro fino a quando iniziò a rallentare e lentamente.

Michela stiracchiava i piedi scalzi, arricciando le dita e distendendo le gambe di fronte a lei, accavallandole all'altezza delle caviglie. Ma anche cercando di rilassarsi, non riusciva a distogliere lo sguardo dalla bottiglia che roteava sempre più lentamente, sperando che non volesse fermarsi nuovamente proprio su di lei. Forse alcuni di voi lettori avranno inquadrato Michela come la protagonista di questo mio racconto, perché in effetti è il primo personaggio che ho descritto e forse anche perché mi sono dilungata molto sulla sua descrizione sia fisica sia caratteriale, descrivendola come una ragazza buona ed adorabile, come la ragazza perfetta. In effetti mi sono dilungata molto su di lei, descrivendola anche nell'abbigliamento (cosa che nel momento non ho fatto per Giulia). Se siete tra quei lettori che hanno pensato questo, beh devo dirvi che siete tremendamente in errore, perché in effetti una ragazza tanto perfetta come lo è la mia amica Michela non potrebbe mai essere la protagonista di un mio racconto, tutt'al più potrebbe essere la vittima, mai la protagonista. La bottiglia intanto rallentava, ormai quasi non faceva più rumore, era quasi ferma quando raggiunse Michela, ma con un ultimo slancio la oltrepassò, seppure di poco.

Forse qualche altro lettore ha invece pensato che la vera protagonista è Giulia, perché sanno che io sono per indole e carattere attratta dalle ragazze perfide, dispettose e calcolatrici, proprio come ho presentato Giulia in questo prologo, che ha ben chiaro in mente ciò che vuole e come ottenerlo. Se siete tra quei lettori che hanno pensato questo, beh devo dire che dopotutto anche voi siete in errore, perché devo dire che Giulia non è la protagonista del mio racconto. La bottiglia intanto rallentava, ormai quasi non faceva più rumore, era quasi ferma, con il suo ultimo slancio aveva oltrepassato Michela ed ora indicava Giulia. Ma inaspettatamente la bottiglia ebbe un ultimissimo slancio tale da sopravanzare anche Giulia andando a fermarsi, definitivamente, poco più avanti.

La protagonista del mio racconto altri non posso essere che io stessa, seduta in ginocchio sul quel pavimento freddo in quel sabato sera a giocare con le mie più amiche Michela e Giulia ad Obbligo/Verità, come non facevamo ormai dai tempi del liceo. La bottiglia intanto rallentava, ormai quasi non faceva più rumore, era quasi ferma, con il suo ultimo slancio aveva oltrepassato Michela, e con un ultimissimo slancio sorpassò poi anche Giulia andando a fermarsi, definitivamente, poco più avanti indicando me. "Qual è la tua scelta, Ilaria - mi chiese Michela - Obbligo o Verità?". "Obbligo!" risposi io sorridendo sicura di me. Avevo già deciso a priori cosa avrei scelto, avrei scelto sempre e solo obbligo tutta la sera. Guardavo le due ragazze con aria di sfida, ansiosa di sentire quale penitenza avevano in mente per me. Ero sicura che mi sarei divertita un mondo quella sera.

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