Traiano said:
Se sostieni che tutto è inconoscibile, non puoi sostenere che è già scritto, perchè è un assunto indimostrabile.
Il tuo assunto implicito è che l’uomo è la causa oggetto di alcune delle mie affermazioni.
Diciamo che è il postulato che rende plausibile il ruolo dell'uomo come protagonista attivo, e non come spettatore passivo.
Il tuo postulato è che l'uomo sia - dici più avanti - strutturalmente incapace di intervenire nel tessuto della storia.
Come puoi conciliare queste due visioni?
Se l'uomo è spettatore, non può far mai parte della storia, ma essendo parte del meccanismo, qualche volta deve anche giocare un ruolo attivo.
A meno di ammettere, come postulato ulteriore, che l'ambito di azione dell'uomo è libero solo per quel che riguarda eventi poco rilevanti.
In una scala cosmica, l'uomo può essere considerato infinitesimale, ma se fissiamo un parametro più ristretto, non puoi annullarne completamente il ruolo, senza una giustificazione precisa e ponderata.
Non puoi negare che l'uomo sia protagonista, altrimenti Cesare non avrebbe varcato il Rubicone.
I casi sono due, o dimostri che l'unico esito possibile era - a priori - che Cesare lo varcasse.
Oppure che esistono infiniti universi paralleli, in cui Cesare può aver o non aver varcato il Rubicone, e dunque che è irrilevante interrogarsi sull'inevitabilità di quel gesto.
Ma entrambi gli assunti sono indimostrabili.
Tutto è già scritto (inevitabile) e quindi suscettibile di conoscenza, ma non per l’uomo.
Per l’uomo, non in assoluto.
L’equazione è risovibile ma “l’ignoranza strutturale”, piuttosto che culturale, dell’uomo pregiudica il risultato.
Già, ma che sia conoscibile da entità superiori all'uomo non è rilevante, a meno che possano entrare in contatto con l'uomo, e interferire con la storia.
A quel punto, la storia diventa nuovamente influenzabile, e dunque la predeterminazione viene meno.
In mancanza di mezzi di conoscenza validi, è indimostrabile l'impossibilità di conoscere, come è indimostrabile l'impossibilità di interferire.
Quello che tu proponi è un dogma, non un'equazione, perchè si basa su un postulato, non su una ipotesi.
Accetterei la tua posizione se dicessi: l'ignoranza strutturale dell'entità Uomo rende arduo accertare se la storia sia passibile di conoscenza perfetta o interferenza.
Altrimenti si ricade in un sistema fideistico, come ho già detto prima parlando del Caso Divinizzato.
Il Caso sta alla base dell’origine del Tutto, ma una volta che il sistema è avviato note le condizioni di partenza (casuali e senza progetto) con la perfetta conoscenza delle regole e lo status fisico di superpartes puoi predirne lo svolgimento.
Ma questo lo sa solo un osservatore esterno.
Non il Caso, che secondo Goedel non può dimostrare la propria indimostrabilità senza provocare un paradosso.
Non l'Uomo, che secondo te è strutturalmente incapace di penetrare i meccanismi del Caso.
Nemmeno Dio, perchè ne escludi l'esistenza, salvo divinizzare il Caso stesso.
Il tuo sembra essere un motore spontaneo che giustifica se stesso.
Sembra il Dio della Scolastica, che pensando Se stesso si autodetermina.
La tua è un'ottica animistica e fatalista.
generalmente mi viene detto con i termini sei un freddo elaboratore senzaDio….
Meglio la tua di definizione 😀
In realtà io ti sto accusando esattamente del contrario.
Tu hai divinizzato il Caso, e hai conferito la connotazione divina di Motore Primo a quella che dovrebbe essere un'equazione.
Altro che senza dio!
Tu sei Elric di Melnibonè, e veneri il Caos come tuo unico dio.
😉